In guerra con le lenticchie
Siamo sempre in guerra e quindi andiamo a consultare Il libro di casa 1943 del gruppo editoriale Domus. Una agenda, con una pagina disponibile ogni giorno, e in margine la ricetta.
A cura di Alberto Capatti
Andiamo a Martedì 30 marzo 1943, il sole si levava alle 6,10 e tramontava alle 18,47. Brutti tempi per chi aveva la tessera annonaria, detta tessera della fame, e pochi soldi per rifornirsi al mercato nero, ma le truppe alleate si preparavano alla campagna d’Italia. Che ricetta figura il 30 marzo ? Lenticchie alla moda, alla moda si fa per dire, perché ad un fritto, d’olio, cipolla e carota, si aggiungevano le lenticchie, messe a bagno la sera prima, quindi l’aglio e le olive nere. Con il mazzetto d’erbe a disposizione (prezzemolo, salvia ecc,) e l’acqua necessaria, si bolliva il tutto a fuoco dolce per un’ora e mezza. Un piatto di guerra ripetibile in pace, per la sua semplicità.
E il panino, che c’entra ? Forse una lenticchia trattata con grassi, e non solo con olio, può servire da farcia, ed è da provare, sempre pensando alle panelle palermitane di farina di ceci, servite nel pane. Un secondo suggerimento è di tenere un diario in cui figurano le pietanze consumate durante l’attuale regime – tutti a casa – e di studiare come, in assenza di una offerta commerciale, vi potrebbero figurare i panini. Dobbiamo ristudiarli, prepararceli, ed essi ci restituiranno la libertà nutritiva, contatti immaginari e soste affamate, oggi, impensabili nelle città. Col panino alle lenticchie, non facciamo uno sforzo di memoria, ma ci prepariamo al futuro post-coronato.