IL PANINO DELLA NONNA: UNA RISCOPERTA DI ANTICHI SAPORI
Giovinazzo è un piccolo paesino di 20.000 anime nella provincia di Bari. È un paese di antica storia e tradizione: pare, infatti, che a fondarla fu Perseo, figlio di Giove, dandole il nome di Jovis Natio.
A Giovinazzo c’è pure un Palio e, vent’anni fa, per finanziare l’addobbo di uno dei suoi rioni proprio per questa occasione, nacque per la prima volta un’iniziativa destinata in breve tempo a diventare protagonista delle estati della Murgia. Nel 1996 era un carretto agricolo con poche centinaia di panini, nel 2015 il “Panino della Nonna” è una vera e propria sagra che attira le attenzioni di autoctoni e turisti per due intensissime serate a base di prodotti tipici locali. L’intento, ovviamente, è la valorizzazione di quella cultura e tradizione gastronomica “di una volta” che piano piano sta scomparendo dalle nostre tavole.
L’evento, organizzato dall’Associazione Nipoti della Nonna e patrocinato dal Comune di Giovinazzo, prevede un ricco menù, simbolo della varietà e della ricchezza della terra pugliese: panini farciti con “pemedorre sott’ogl”, “pemedorre e tonn”, “pesticchje”, “alejsce e pemedorre”, “scarciof sott’ogl”, “malangen sott’ogl”, “parmeggen”, “recòtte ascequand”, “mortadell e prevelaun”, “frettète”, “ambiascieune”. Per i più intrepidi, invece, ci sono i “filoni n’ picc d tutt”.
Panini per tutti i gusti, insomma, quest’anno proposti anche nella versione senza glutine, grazie alla partnership con l’Associazione Italiana Celiaci. Alla sagra non sono mancati, ovviamente, fiumi di ottimo vino pugliese.
Quest’anno da Giovinazzo l’11 e il 12 Agosto sono passate tantissime persone che non si sono fatte intimorire dal maltempo che in quei giorni ha colpito la regione. Nonostante proprio per questo gli organizzatori hanno dovuto limitare le scorte, quest’anno la sagra ha stabilito un record positivo: 15.000 panini e 400 filoni venduti, con presenze che hanno toccato le 20 mila unità.
L’incasso ottenuto dalle serate è stato devoluto in beneficenza.
Giovinazzo sicuramente si guadagna un posto nelle guide enogastonomiche per veri paninari!