Il panino portato da un drone
Stefania Vaccari si occupa di eventi e progetti culturali per i FRIGORIFERI MILANESI.
L’ho intervistata perché quando si decide di pranzare assieme e le propongo di andare al ristorante La Cucina di Via Piranesi 10 sotto i nostri uffici, lei mi dice: e se ci mangiassimo un panino? Allora confabuliamo su dove si possa mangiare in zona un panino che possa definirsi tale e… poi andiamo al ristorante La Cucina di Via Piranesi 10, che ha in menu il Club Sandwich, anche in versione vegetariana.
Che cosa associa alla parola PANINO?
Mangiare con le mani, quindi una certa libertà/informalità.
Il suo primo ricordo legato a un PANINO?
Pane burro e zucchero, non era la merenda quotidiana, ma un fantastico strappo alle regole, talvolta concesso.
L’ultimo che ha mangiato...
Ieri sera a casa: due fette di pane integrale della Cascina Sant’Alberto abbrustolite, formaggio fresco spalmabile, fettine del tipico formaggio svizzero coi buchi (piccoli), prosciutto arrosto e un velo di senape.
Un PANINO che non mangerebbe mai?
Nessuna limitazione per il contenuto, piuttosto sono esigente con il pane, non sopporto quello “gommoso”.
Il PANINO ITALIANO è diverso dagli altri, perché?
E’ capace di evocare un mondo, ad esempio il pane e salame, che richiama una tovaglia a quadretti e un calice di vino rosso: irripetibile altrove.
Una ricetta di PANINO ambasciatore del made in Italy?
Senza dubbio la bruschetta: buon pane su cui strofinare un po’ d’aglio, olio extravergine, pomodoro estivo e basilico.
Il PANINO tra 20 anni?
Li immagino sempre più alti, sempre più ricchi, ma spero invece che si salvi il panino della tradizione. Magari consegnato a casa con un drone
Se lei fosse un PANINO…
Una focaccina con le cipolle, dal gusto agrodolce ma anche deciso, e con un formaggino fresco che lega tutti i sapori.