LA FONTE E LE MORTADELLE
A Campotosto in provincia dell’Aquila c’è una fonte detta Pane e Cacio. Non lasciatevi sviare, dimenticatela, perché se siete arrivati lì, nel Parco Nazionale del Gran Sasso, è per assaggiare le famose mortadelle, accoppiate a due a due con lo spago legato a mano. Ne prendete una l’affettate col coltello e al centro della fettina appare il lardello quadrato, l’anima bianca, circondato dall’impasto di carne di maiale magro, fine fine, aromatizzato. Vi dicono che sono state esposte ad un leggero fumo di quercia o di faggio per quindici giorni, quindi stagionate due mesi. Dovete andare proprio a Campotosto perché tutte le altre che circolano con quel nome altrove, anche se buonine, sono fasulle. Passate poi dal panettiere e munitevi di che...
Le mortadelle di Campotosto figurano nella Guida gastronomica d’Italia (T.C.I., 1931), nell’ Atlante dei prodotti tipici: i salumi dell’INSOR (FrancoAngeli, 1989) e sono oggi un presidio Slow Food (Guida ai presidi Slow Food, Slow Food, 2012,17)