Panino italiano e food porn
Con il termine food porn si identifica (spesso) la mania, moda o tendenza di fotografare un cibo e pubblicarlo su stampa o web con una maniacalità di dettagli ed inquadrature. Siamo di fronte ad un'estetica del cibo in grado di stimolare un desiderio del tutto paragonabile all'atto sessuale. Un piatto fotografato in modo spinto è il nuovo sesso, la nuova droga, l'ultimo vizio ammesso.
L'hashtag #foodporn permette di osservare, tramite lo schermo del computer o dello smartphone, scatti che fanno fremere (molto spesso) le papille gustative.
Ma cosa succede esattamente al nostro cervello quando vede immagini di un panino italiano fotografato nei dettagli più intimi? Cosa fa il food porn al cervello? E troppo food porn fa diventare ciechi?
Scienziati e psicologi hanno cercato di dare risposta a queste domande ancora prima che il food porn approdasse sui social network: quando i cibi venivano fotografati sopratutto per scopo pubblicitario.
Molti di noi sanno bene che si mangia prima con gli occhi, e ciò sarebbe confermato dalla scienza; in uno studio del 2012 la professoressa Jeannine Delwiche, del dipartimento di Food Science dell’Ohio State University, ha dimostrato che gli stimoli visuali alterano la percezione del gusto, dell’odore e del sapore.
A farlo sono dettagli apparentemente insignificanti come la lucentezza, la forma, le proporzioni. Un cibo presentato bene ci permette di gustarlo meglio.
Secondo alcuni ricercatori le immagini di un panino italiano da sole sarebbero sufficienti a stimolare il desiderio per quel determinato cibo. Tale ipotesi avrebbe trovato conferma grazie al monitoraggio del livello di grealina, l’ormone responsabile del senso di fame, fatto prima e dopo aver mostrato delle fotografie di panini italiani ad alcuni soggetti.
È ovvio gli studi non garantiscono ancora certezze scientifiche, ma gli stimoli che giungono dall’esterno, sotto forma di immagini provocanti, allenterebbero i nostri freni inibitori andando ad attivare delle reazioni fisiologiche nel cervello.
Non ho nulla contro il food porn, ed anzi mi diverte (qualche volta) fare scatti intimi ai miei panini, vorrei però invitare tutti a non soffermarsi troppo sulla luce, l'angolazione, l'inquadratura, per privilegiare invece la consapevolezza dell'esperienza sensoriale diretta che un panino italiano può regalare.
Meno attenzione agli scatti e maggiore coinvolgimento nell'assaggio, perché il cibo è vita.