8 domande a Piero e Margherita Marzot
A cura di Ludovica Amat
Fratelli, proprietari del Turin Palace Hotel, storico albergo torinese che ha ospitato capi di stato, teste coronate, famosi scienziati e grandi rock star e che, oggi, ha anche aderito al progetto “I Panini della Rinascita” ottenendo la certificazione della Accademia del Panino Italiano per il Panino “Il sogno di Beppe”, presente nel menu della sua Lounge da settembre 2020.
Il primo panino che avete mangiato?
PIERO: quello che mi sono fatto da bambino, di nascosto, con avanzi trovati in frigo. Non era un granché, ma è indimenticabile perché è stata la prima volta in cui mi sono preparato da solo qualcosa da mangiare!
MARGHERITA: sono certa sia stato un panino con il burro e la marmellata, e da allora non ho mai cambiato idea sul fatto che sia il mio preferito. Ho cambiato marmellata col tempo, allora era al lampone e oggi alle arance amare.
L’ultimo panino che avete mangiato?
PIERO: il panino che ha avuto il riconoscimento di autentico Panino Italiano: “Il Sogno di Beppe”, un concentrato intensissimo di sapori italiani che solo la terra di Beppe, il nostro chef calabrese, offre. Credo che il suo sapore sia così stupefacente non solo per gli ingredienti (provola silana, ‘nduja di Spilinga, melanzana), ma anche per quella porzione di nostalgia per i sapori della sua infanzia che sono al centro della ricetta.
MARGHERITA: anche per me un panino tratto dal nostro menu! Si chiama “L’abbraccio di Imane” ed è a base di polpo, patate profumate all’aglio e olio evo. L’ho scelto inizialmente perché non amo la carne, ma mi ha subito conquistato per il grande equilibrio dei suoi sapori: non immaginavo il polpo potesse stare così bene dentro un panino! Una dimostrazione evidente di quanto la scelta degli ingredienti e la maestria di chi li cucina facciano la differenza.
Un panino che non mangereste mai?
PIERO: uno troppo “pasticciato”: non mi piacciono le salse e più in generale i panini con tanti ingredienti che poi perdono la loro forza. In un ottimo pane non metterei mai più di 3 ingredienti buoni e perfettamente riconoscibili.
MARGHERITA: un panino… di quelli che si possono trovare, identici, in tutto il mondo.
Perché il panino italiano è diverso da tutti gli altri?
PIERO: penso alla grande varietà di farine ed all’infinità di prodotti, salumi, formaggi, verdure che l’Italia produce; uno spaventoso patrimonio di eccellenze gastronomiche che vengono esaltate in un panino.
MARGHERITA: l’aver viaggiato molto mi ha permesso di apprezzare ancora di più il cibo italiano, a cominciare da un panino. Gli ingredienti in più su cui l’Italia conta sono “il luogo” dove il cibo viene mangiato e il lato emozionale; il nostro innato senso di accoglienza e la convivialità che riusciamo ad esprimere sono un tocco non imitabile.
Un panino ambasciatore del Made in Italy?
PIERO: lo prendo ancora dal nostro menu ed eleggo “Il panino di Boris”. È semplice all’apparenza ma diventa straordinario per la qualità e la lavorazione delle materie prime, assolutamente Italiane: la mozzarella di Bufala, così come il prosciutto cotto ’60 di Branchi sono espressione della straordinaria capacità degli artigiani italiani di regalarci sapori unici. Già al primo morso svela centinaia d’anni di sapienza.
MARGHERITA: trovo che il nostro panino “Vicini di… Chiara” esprima la capacità tutta italiana dei toponimi legati al cibo. Un’abilità capace di creare dei cult come nel caso di questo panino, in cui la salsiccia cruda di Bra e il formaggio Bra duro si fondono con il peperone. Un sodalizio tra Nord e Sud che genera un’armonia di sapori.
Come sarà il panino del futuro?
PIERO: identico ad ora
MARGHERITA: mio fratello mi ha rubato la risposta!
Se foste un panino?
PIERO: sarei un panino dal gusto deciso, farcito con preparazioni legate alla nostra tradizione. In Italia ce ne sono tanti. Scelgo il panino con la porchetta. Un unico ingrediente capace di offrire tante sfumature di sapore.
MARGHERITA: credo, a furia di mangiarne, di essere diventata un pane burro e marmellata, cose diverse che calibrandosi tra differenze vivono in perfetta armonia.