Panini on the go: i professionisti – capitolo tre
Quando la redazione mi ha proposto di scegliere una persona a cui sottoporre questa intervista, ho subito pensato all’opportunità di dar visibilità ad un volto che potesse raccontarci attraverso il rapporto con il panino, la sua filosofia, ovvero l’amore per il buon cibo.
Cibo che non appaga solo il nostro palato, ma che nutre la nostra salute e che rispetta e tutela il nostro pianeta, limitando l’impatto che ciascun alimento inevitabilmente determina sulla terra, peggiorandone il suo stato di salute.
Lisa, per mia fortuna, ha accettato e per me è solo un enorme piacere sottoporle le domande che seguono, nelle quali potrete intuire come dietro ogni scelta alimentare si possa nascondere un mondo, e quanto sia importante oggi esser dei consumatori attivi, andare oltre le apparenze e porsi e porre le domande giuste.
Articolo a cura di Elena Piovanelli - dietista
Lisa Casali, è una scienziata ambientale, che da anni ho avuto il piacere di incrociare in più circostanze e di seguire a distanza, in quanto è una nota blogger, autrice di 6 libri sulla cucina sostenibile, il settimo “Il grande libro delle bucce” è in uscita a marzo ed è testimonial WWF per l’alimentazione sostenibile. Vive a Milano, con suo marito Franco, noto chef, con il quale condivide gli stessi ideali “green” e tra pochi mesi diventerà mamma. Auguri!!!
Lisa qual è la prima cosa che ti viene in mente quando pensi al “panino”?
Sicuramente penso a un panino gourmet, fatto con pane a lenta lievitazione, farine antiche che sia anche qualcosa di goloso da mangiare con le mani, un concentrato di sapori e abbinamenti inaspettati.
Il primo panino che hai mangiato?
È stato un panino al prosciutto crudo in un picnic con la famiglia all’aperto sopra a un prato. Pane al latte e un crudo di qualità, semplice e buonissimo.
L’ultimo che hai mangiato?
In questi mesi di gravidanza ho dovuto limitare gli ingredienti dei miei panini, evitando cose crude e salumi ma questo non significa non ci si possa comunque concedere un super panino. L’ultimo che ho gustato era con pane di segale, formaggio brie leggermente fuso, radicchio grigliato e una punta di senape.
Quale panino non mangeresti mai?
Un panino di bassa qualità con pane stantio e salumi industriali.
Il panino italiano secondo te è diverso dagli altri? Perché?
In Italia ci sono veri artigiani del panino, per i quali è una vera e propria arte lontana dal junk food con una particolare cura per ogni ingrediente, temperatura e modalità di servizio.
Una ricetta per un panino ambasciatore del made in Italy? E come è considerato il panino dove vivi? C'è qualche specialità?
L’Italia è famosa nel mondo per i suoi formaggi e salumi, con il crescere dell’attenzione su temi come impatto ambientale e cambiamenti climatici mi piacerebbe sperimentassimo anche come mettere i legumi in un panino.
Sicuramente particolare attenzione va posta nel pane, nell’utilizzo di grani italiani, nella lievitazione e cottura, magari nel forno a legna. Come ripieno metterei un paté di legumi condito con olio extravergine, succo di limone ed erbe aromatiche, da accompagnare con pomodorini confit, funghi porcini sott’olio e anelli di cipolla fritti.
Come immagini il panino tra 20 anni?
Per me il panino è senza tempo così come lo sono gli ingredienti più iconici che tradizionalmente lo compongono. Credo che il panino al salame non scomparirà mai ma ci sarà sempre di più la richiesta di alternative vegetali con un minore impatto su ambiente e clima.
E se fossi un panino, che panino saresti?
Forse sarei l’invenzione di mio marito, lo chef Franco Aliberti, un panino che in apparenza sembra una michetta al salame ma che in realtà è un fantastico dessert: bigné ripieno di salame di mandorle e frutti rossi. L’illusione è perfetta e il gusto sorprendente.
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