IL PANINO COME UNA SQUADRA, SE VINCE NON SI CAMBIA
Il football è sbarcato in Italia nel ’45, assieme ai soldati americani. Non è stato facile radicare questo sport, dalle regole complicate e che punta tutto sull’essere squadra, in Italia, ma vedere lo Stadio Vigorelli di Milano pieno come un uovo per la finale di campionato è una conferma che, dopo 70 anni, qualcosa sia successo. Campioni italiani per il secondo anno sono i Seamen (Milano) che si sono aggiudicati il trofeo lo scorso 4 luglio - data in cui viene sempre giocata la finale in onore al giorno del ringraziamento. A proposito di contaminazioni vorrei esportare negli States uno dei nostri valori, la cultura del cibo, nella sua forma più accessibile: il panino, ed è per questo che ho posto le domande di That's My Panino a Emanuele Piloni, 23 anni, cornerback dei mitici Seamen, fresco di vittoria.
D. Che cosa associa alla parola PANINO?
R. Cibo buono!
D. Il suo primo ricordo legato ad un PANINO?
R. Un saltimbocca mangiato a Ercolano in gita in seconda superiore, semplice con crudo e mozzarella ma buonissimo!
D. L'ultimo che ha mangiato?
R. Panino maionese, grana e salame fatto in casa.
D. Un PANINO che non mangerebbe mai?
R. Quelle robacce da pub come panino all'affettato, banana e vodka; trovato in un paio di locali a Milano, spero non sia diffuso
D. Il Panino Italiano è diverso dagli altri, perchè?
R. Non sono un intenditore ma così a occhio direi per la qualità degli ingredienti, soprattutto i nostri salumi e formaggi, e per la varietà.
D. Una ricetta di PANINO ambasciatore del Made in Italy?
R. Crudo e mozzarella
D. Il PANINO tra vent'anni?
R. Lo stesso! Squadra che vince non si cambia.
D. Se lei fosse un PANINO...?
R. Grana, maionese e crudo. Ne mangio in tali quantità che è probabile che li abbia in vena al posto del sangue.